Compiti a casa!
Il tema dei compiti a casa è sempre stato oggetto di discussione fra i genitori e gli insegnanti. Spesso i genitori sottolineano l’eccessivo carico di lavoro dei figli al rientro da scuola o durante il fine settimana, d’altra parte non mancano genitori che sollecitano i docenti ad assegnare ulteriori compiti per consolidare apprendimenti, per abituarli ad un impegno che si farà più pesante negli ordini scolastici successivi, per sviluppare nei bambini ulteriori competenze.L’IMPORTANZA DEI COMPITI A CASA: il metodo
Sono un peso, eppure rappresentano un sistema insostituibile per esercitare il metodo di studio acquisito a scuola.
I compiti a casa divengono, giorno dopo giorno, una regola quotidiana e ben presto i genitori si sentono rivolgere la fatidica domanda: “Mi aiuti a fare i compiti?”.
La tentazione di sedersi accanto al bambino e dargli una mano nello svolgimento è forte: per rassicurarlo, per fargli fare bella figura in classe, magari anche per finire più in fretta e lasciargli quindi un po’ di tempo per giocare.
La tentazione di sedersi accanto al bambino e dargli una mano nello svolgimento è forte: per rassicurarlo, per fargli fare bella figura in classe, magari anche per finire più in fretta e lasciargli quindi un po’ di tempo per giocare.
I compiti, invece, hanno un ruolo importante: abituare, poco per volta, il bambino a cavarsela da solo. Se un bimbo non impara da subito a occuparsi di mansioni semplici, alla sua portata, difficilmente sarà capace di destreggiarsi in una prova in classe, quando i genitori non ci sono e lui si trova da solo con le sue uniche risorse.
A partire dal primo disegno da completare, dalla prima coloritura da terminare a casa, per arrivare alle mansioni più complesse, ci si deve sforzare di permettere al bambino di cavarsela da solo. Molti genitori – soprattutto le mamme – si sentono in colpa se non aiutano il loro cucciolo. Tuttavia, lasciarlo un po’ solo con se stesso lo renderà più autonomo e indipendente. Sedersi accanto a lui, dettargli le parole, aiutarlo nei calcoli significa infatti esporlo al rischio di delusioni a scuola. Il piccolo troppo seguito non sarà in grado di svolgere un compito in classe e questo lo esporrà al richiamo della maestra.
Questo non significa che il bimbo deve essere abbandonato a se stesso. I genitori hanno soprattutto il ruolo di motivarlo e di fargli capire che ormai è cresciuto e che ha le sue responsabilità.
Il bambino si deve assumere la responsabilità di non avere svolto un lavoro e quindi di essere rimproverato. È bene, piuttosto, coinvolgerlo, proponendogli un libretto da leggere su un argomento di cui si sta occupando a scuola, visitando un museo, affittando un Dvd di storia, natura, tecnologia. Servirà a interessarlo maggiormente alle tematiche trattate in classe.
La scuola è un impegno anche della famiglia....
Nel caso in cui un alunno non completi il lavoro assegnato durante le lezioni, occorre verificare se ciò avviene occasionalmente o con una certa frequenza, indagare sulle probabili cause e valutare con i colleghi e con la famiglia una strategia idonea.
La maggior parte degli apprendimenti devono essere consolidati attraverso l’esercizio, sono pochi gli apprendimenti che si verificano e si fissano nella mente all’istante: in classe si affronta un argomento, poi, a distanza di qualche ora o di qualche giorno, a casa propria, è necessario tornare sulla nuova acquisizione approfondendola, rafforzandola e stabilizzandola.
I compiti a casa sono un’occasione per accrescere l’autodisciplina, imparare a darsi dei tempi e a seguire delle regole.
I compiti a casa sono un’occasione per accrescere l’autodisciplina, imparare a darsi dei tempi e a seguire delle regole.
In altre parole il bambinino, attraverso l'esercizio a casa, impara a responsabilizzarsi.
I compiti devono servire per rafforzare le conoscenze, la coordinazione, la concentrazione, l'autonomia e anche il senso del dovere!
I compiti devono servire per rafforzare le conoscenze, la coordinazione, la concentrazione, l'autonomia e anche il senso del dovere!
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